Un calvario senza fine per i passeggeri. Perdite ancora incalcolabili per le imprese. Un grave danno d’immagine per la città, proprio nell’anno in cui il sistema turistico si preparava a registrare il “tutto esaurito”.
A quasi 20 giorni dall’incendio che ha colpito l’aeroporto Fontanarossa, nessuna certezza sui tempi dell’effettivo ripristino della completa operatività dello scalo, grande caos nella gestione dell’emergenza, nessuna prospettiva a breve di ritorno alla normalità.
E’ inaccettabile constatare che nel momento in cui occorrerebbe una reale presa di coscienza rispetto all’inadeguatezza di un sistema che non è riuscito ad affrontare con efficacia l’emergenza scaturita dall’incidente, si continuino, invece, a diffondere da parte dei vertici della Sac dichiarazioni che stridono con la realtà dei fatti. Se è vero, com’è vero, che ancora adesso, la situazione di caos venutasi a creare può essere toccata con mano da migliaia di passeggeri lasciati allo sbando.
E’ ovvio che il danno diretto e materiale patito dalle imprese turistiche è quello più evidente, con migliaia di prenotazioni cancellate o riprogrammate, sempre in balia di informazioni carenti sulle attività dello scalo. Ma la filiera del danno che si è abbattuto sull’intero sistema produttivo e su cittadini e imprese è ben più articolata.
Pesa, e anche molto, il tentativo di dipingere l’accaduto come una fatalità verso la quale non si potesse reagire con migliore tempismo; verso la quale il management della società e tutti gli attori coinvolti, responsabili della gestione di uno tra i principali aeroporti d’Italia, non potessero schierare le migliori competenze di cui dispongono, sia interne che esterne.
Risalire velocemente alle responsabilità, per trarne le dovute conseguenze, e aumentare le capacità di fronteggiare anche le emergenze minori che si possono verificare in una struttura altamente sensibile, sarebbe il primo passo per ristabilire un clima di chiarezza.
Servirebbe a stemperare la pesante sfiducia ingenerata tra cittadini e imprese, che pagano lo scotto di una gestione certamente manchevole e non più sostenibile.
Occorre un intervento politico istituzionale risolutivo e deciso, per garantire al più presto un ritorno alla “piena operatività” e un immediato innalzamento dei livelli di qualità e sicurezza, imprescindibili obiettivi di un aeroporto che rappresenta la principale porta di accesso del Mediterraneo.