Il 5 febbraio la chiesa di San Nicolò l’Arena ospita il Pranzo di Sant’Agata per le persone più bisognose

La chiesa di San Nicolò l’Arena diventa spazio di condivisione e comunione con le persone pù fragili della città nei giorni speciali dell’incontro della comunità catanese con Sant’Agata: appuntamento mercoledì 5 febbraio per un pranzo sociale promosso dall’Arcidiocesi di Catania e dal Comitato per la Festa di Sant’Agata col coordinamento della Comunità di Sant’Egidio e della Caritas Diocesana e la collaborazione di diverse sigle associative ed enti del terzo settoredella città. L’iniziativa vedrà anche la partecipazione e il supporto cocreto al servizio delle istituzioni religiose e civili, tra cui il Cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e mons. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania, oltre ai vescovi siciliani.

Centinaia i volontari impegnati già da diversi giorni per garantire un pasto caldo e un momento di conforto e di ascolto rivolto alle famiglie, ai bambini e alle persone sole, includendo tutte le fasce a rischio marginalità per cucire incontri e creare un dialogo finalizzati a costruire strade di solidarietà in un momento dell’anno speciale per tutta la città. Il “Pranzo di Sant’Agata” nasce appunto come segno tangibile per comunicare il messaggio agatino a coloro che vivono nelle periferie esistenziali e che le associazioni di volontariato diocesane e cittadine accolgono e curano nel corso di tutto l’anno. Un appuntamento che, tramite l’eccezionalità del “Pranzo di S.Agata”, celebra la necessità di operare in una continuità in grado di annodare gli eventi speciali di incontro con le esigenze della quotidianità dai beneficiari.

L’iniziativa, in ultima analisi, desidera essere un momento di festeggiamento autentico, vicino al cuore della nostra Martire, avente come scopo quello di onorare la “Santuzza” mostrando amore per chi soffre e donando ai più bisognosi un momento di riconosciuta dignità e di gioia. La speranza è che, in tal modo, la mostra festa sia “nostra” in senso pieno, arrivando così dappertutto, permettendo di dimenticare, almeno per un giorno, il peso della solitudine e della povertà, risvegliando le nostre coscienze spesso assopite davanti al dramma di situazioni di precarietà e sofferenza del mondo attuale.

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