Ci sono partite che per un tifoso valgono una stagione. Partite attese con trepidazione. Una di queste partite è senz’altro il derby. Quando poi queste partite le perdi pur giocando bene allora ti senti il mondo che ti crolla addosso, soprattutto se giochi con un uomo in più. La sconfitta casalinga con il Palermo si tramuta in un dramma per qualsiasi tifoso. Questa partita rivela maledettamente tutte le criticità della squadra etnea. Il Catania non sfrutta la superiorità numerica per quasi un’ora di gioco. Il Catania ci prova in tutti i modi, la dicono lunga i due legni colpiti dalla squadra etnea. Ma per metterla dentro e vincere le partite ci vuole lucidità sotto porta e, soprattutto, ci vogliono cecchini d’area, giocatori che sanno sfruttare quella occasione che gli capita tra i piedi. Andrea Russotto si danna la vita e ci prova in tutti i modi, da una sua azione, al 34esimo del primo tempo, scaturisce il fallo di Marconi che gli costa il secondo cartellino giallo e l’inevitabile espulsione. Il Palermo, per tutto il secondo tempo, si difende bene e sfrutta benissimo i contropiedi. Proprio sugli sviluppi di un contropiede nasce il gol di Santana. Il Palermo, nonostante le tante assenze, ci mette il cuore e soprattutto tanto carattere, quello che forse è mancato al Catania. A bocce ferme probabilmente pesa il mercato di gennaio che, tra entrate e uscite, fa registrare un saldo negativo per il Catania. Almeno ad oggi gli ultimi risultati dicono questo. Una sconfitta che pesa maledettamente come un macigno e rischia, inevitabilmente di lasciare strascichi negativi. Riuscirà Peppe Raffaele a resettare l’ambiente? Inutile negarlo, questo sarà il leitmotive dei prossimi giorni.