Dopo l’ultima caduta di cenere vulcanica, causata dell’eruzione dell’Etna di domenica 4 agosto, la situazione della zona etnea è diventata insostenibile. Lo hanno detto a gran voce proprio i sindaci della zona pedemontana etnea colpita dall’emergenza cenere, che si sono riuniti nella sede della Città Metropolitana di Catania. La riunione, indetta dal sindaco metropolitano di Catania Enrico Trantino e alla presenza dell’assessore regionale agli Enti Locali Andrea Messina, è stato un importante confronto su un tema attuale e al quale i sindaci non riescono più a far fronte.
I sindaci della zona etnea, tra i quali: Massimiliano Giammusso (Gravina di Catania), Roberto Barbagallo (Acireale), Domenico Caggegi (Valverde), hanno chiesto l’immediato intervento del Ministro alla Protezione Civile, Nello Musumeci, affinché venga dichiarato lo stato di calamità naturale al fine di consentire ai comuni e ai privati, che si stanno adoperando per rimuovere la cenere vulcanica, di ottenere un sostegno economico e logistico. Inoltre, l’assemblea dei sindaci ha chiesto l’intervento del governo regionale per aumentare la dotazione di fondi messi a disposizione dei comuni per gli interventi urgenti, finora limitati a solo un milione di euro, così come previsto dall’ultima variazione di bilancio. L’occasione è stata utile anche per quantificare sommariamente la spesa necessaria per interventi di rimozione e smaltimento della cenere vulcanica. In particolare, si è ribadita la necessità di non conferire tutta la cenere vulcanica come frazione indifferenziata, ma cercare di consentirne lo stoccaggio e il riutilizzo per l’agricoltura o l’edilizia.
Su tale questione il sindaco di Gravina di Catania, Massimiliano Giammusso, ha affermato: ‹‹E’ necessario fare il possibile per poter riciclare la cenere vulcanica, evitando che sia considerata rifiuto indifferenziato. Anche a Gravina stiamo cercando di stoccare quella raccolta nelle ultime settimane. In attesa – prosegue il sindaco di Gravina di Catania – che la protezione civile regionale ci dia indicazioni per poter cedere la stessa cenere vulcanica a soggetti in grado di utilizzarla. Gli interventi sostenuti per la rimozione della cenere vulcanica, a Gravina nel 2021, sono ammontati a 140.000 euro senza, tuttavia, considerare i costi per lo smaltimento. Come sindaco di Gravina, – conclude Massimiliano Giammusso – ho chiesto di conoscere se esiste già una lista di operatori economici in grado di riutilizzare quanto raccolto››.
L’assemblea dei sindaci intervenuti alla riunione organizzata alla Città Metropolitana di Catania, ha discusso, infine, la proposta del sindaco Metropolitano di Catania Enrico Trantino di dotare la Città Metropolitana di mezzi per la raccolta della cenere vulcanica, in grado di intervenire tempestivamente, senza ricorrere necessariamente a ditte specializzate esterne. Per questa mansione Enrico Trantino ha proposto di coinvolgere gli operai della società partecipata, ex Pubbliservizi, adeguatamente formati. Trasferendo, quindi, all’ ex Provincia la competenza relativa alla raccolta e allo smaltimento della cenere vulcanica, sulla falsariga di quanto già avviene per la neve. Una proposta sulla quale la quasi totalità dei sindaci si è trovata d’accordo.