‹‹La scuola ha bisogno di essere messa in sicurezza. Per questo serve un progetto politico complessivo che non significa fare riforme epocali. – ha spiegato Pino turi, Segretario nazionale della Uil Scuola, a margine della manifestazione sindacale di protesta nazionale del 26 giugno – Il tema della stabilità del lavoro e quello della sicurezza appartengono alla scuola come mai accaduto prima: un insegnante su quattro è precario e la pandemia ha mostrato tutti i limiti di una programmazione ragionieristica del nostro sistema d’istruzione.›› – ha concluso Pino turi -. La manifestazione, che contemporaneamente ha coinvolto tre città come Bari, Firenze e Torino, ha registrato un grande successo. Una grande partecipazione segno di un momento difficile per l’istituzione scolastica, ma soprattutto, segno di un malcontento diffuso tra chi il mondo della scuola lo vive giornalmente. Sulla manifestazione nazionale, organizzata il 26 giugno scorso, ha detto la sua anche Salvo Mavica, Segretario organizzativo regionale della Uil Scuola Rua Sicilia: ‹‹Così non va, la nostra scuola non funziona. Rispetto a qualche mese fa qualcosa è cambiato. Ma siamo sempre a zero: solo tante belle parole ma pochi fatti degni di nota. Il legislatore, una volta per tutte, deve spiegarci cosa intende per scuola pubblica…››.